Cinema e donne
Il personaggio
Dopo William Shakespeare, Agatha Christie è la scrittrice inglese più tradotta nel mondo, e il suo successo perdura tuttora anche con la trasposizione cinematografica e televisiva dei suoi romanzi e dei suoi racconti. (1) Genere letterario minore il romanzo giallo o di enigma, crea indubbiamente un piacere nella lettura, dove si incontrano fantasmi letterari che fanno rivivere antiche paure ed angosce, ma in tutta sicurezza, protetti dalla finzione. Il successo della Christie è dovuto anche ad altri elementi presenti nelle sue storie, nel suo modo di raccontarle, nella struttura temporale della narrazione, che riporta il lettore ad un “c’era una volta” del mondo infantile. Il romanzo di Agatha Christie descrive all’infinito lo sconcerto di fronte a ciò che era indubitabile: una frattura incomprensibile e scandalosa operata in un mondo di persone civili. L’ordine delle cose va in frantumi e ciò che era noto, ripetitivo e rassicurante, come la tavola apparecchiata per il thè con la tovaglia della nonna e le tazze di porcellana si macchia di sangue, ed apre alla rivelazione dell’ignoto, del lato oscuro, momento traumatico dove predomina l’angoscia di morte. Ciò che caratterizza lo stile della Christie è la sua capacità di creare un’atmosfera, dove il noto e il familiare, la casa di campagna, l’albergo londinese, offrono al lettore una cornice di un contesto riconoscibile, evocativo di ricordi e fantasie infantili, entriamo in un gioco fantasmatico, che porta alla luce le nostre paure e ci coinvolge nel mondo immaginario della Christie, dove partecipiamo complici al suo romanzo familiare, raccontato con la creatività della grande scrittrice. L’omicidio e la scoperta del cadavere si inserisce in modo incongruo nella realtà, provocando reazioni di angoscia di morte sulla quale però prevarrà l’angoscia di non sapere, che attiverà in tutti i personaggi della storia la pulsione di sapere e di indagare per conoscere la verità, scoprire il mistero e così l’ordine può essere ristabilito. “Viene bruscamente rivelato che dietro il mondo delle apparenze, esiste un mondo sconosciuto, minaccioso e pericoloso, di un potere molto superiore al primo… questi due mondi sono in realtà uno solo, il dritto e il rovescio di uno stesso oggetto. Se il capovolgimento è possibile ad ogni istante, è anche possibile scoprirlo per degli indizi estremamente tenui, ed è alla intelligenza che viene affidata missione di intrecciare questi indizi, in una logica che ricostituirà e controllerà il trauma” (Sophie de Mijolla). (2)
Agatha Christie’s Poirot
Il processo di conoscere la realtà dei fatti e di risolvere l’enigma sarà guidato da Miss Jane Marple e da Hercule Poirot, figure di età non più giovane, che non godono della fiducia generale, soprattutto della polizia, per il loro modo curioso di indagare e collegare i fatti. Miss Marple chiacchiera molto come tutte le signorine della sua età, vive di quello che può offrire la vita sociale del piccolo mondo del suo villaggio, dove è perfettamente inserita, sembra distratta ma è attenta, sa ascoltare e soprattutto associare ricordi e opinioni, le più disparate, dai quali troverà un nesso di apparente buon senso, ma che porterà alla soluzione, rivelando una mente spregiudicata, in grado di entrare nel desiderio dell’omicida. Hercule Poirot è straniero, belga riparato in Inghilterra durante la guerra, guarda dal di fuori e un po’dall’alto in basso questi inglesi che mangiano cose disgustose e non si sanno vestire, mentre lui è impeccabile, ordinatissimo, ha grande cura dei suoi baffi, grassottello e un po’ridicolo, si considera un investigatore geniale, che non sbaglia mai, si affida alle sue celluline grigie, alla logica che il delitto sembra aver spezzato e che lui, ragionando, ricostruisce, cercando il probabile movente dell’assassino. È convinto che tutti possono essere colpevoli “il mondo è pieno di brave persone che fanno brutte cose”. Nel romanzo A.B.C., l’assassino sfida Poirot annunciandogli il giorno e il luogo del delitto per tre volte e tre persone saranno uccise, ma la pista del movente, non presente nei primi due omicidi, lo porterà a riconoscere l’assassino.
Alla fine di ogni romanzo, la modalità della scoperta del colpevole sarà diversa a seconda che ad indagare sia Miss Marple, la quale porterà l’assassino a contraddirsi e a fare un passo falso, mentre Poirot convocherà tutte le persone coinvolte in una stanza e farà un magistrale riepilogo di quanto accaduto e del cui prodest, rivelando il nome dell’assassino. Poirot e Miss Marple inoltre sono gli unici personaggi empatici ed in sintonia con il pensiero infantile e prendono in seria considerazione le filastrocche e i racconti dei bambini.
Il personaggio di Miss Marple è stato ispirato dalla nonna-zia della Christie, sorella ricca della nonna materna, che aveva adottato la nipote Claire e visse a lungo nella sua casa. Donna di forte personalità, socievole e generosa, si occupava molto del prossimo che aiutava con consigli e sferruzzando lavori a maglia. Poirot è un personaggio più composito, di lingua e cultura franco-belga, Agatha aveva passato molti anni in Francia per perfezionare la sua educazione e durante la prima guerra, come infermiera volontaria, si era occupata di rifugiati belgi. I lunghi soggiorni all’estero con la madre e con il marito, se non avevano scalfito il suo grande amore per la campagna inglese e per il suo giardino con le rose, le avevano tuttavia consentito di guardare a quel mondo anche con un occhio distaccato, da straniera. A mio avviso Poirot rappresenta anche alcuni aspetti di Agatha bambina: cresciuta in una famiglia dell’alta borghesia, circondata da donne indipendenti, brillanti ed affascinanti come la madre, che i figli sostenevano che avesse poteri da medium, Agatha, figlia terzogenita, molto più piccola dei fratelli, ebbe un’infanzia solitaria, con la sola compagnia di molti animali. Molto timida ma molto curiosa, si costruisce un mondo di fantasia, tra le luci e le ombre del grande giardino di Torquay nel Devon, che racconterà nella sua autobiografia. Per decisione della madre non frequenta la scuola, da sola imparò a leggere e scrivere prima degli otto anni, il padre le insegnò la matematica, che amò molto. Raramente al centro dell’interesse familiare, guardava ed osservava il mondo degli adulti, idealizzando i suoi poteri di scoperta e comprensione, inventando storie con animali. Come il rapporto con il suo amico cane George Washington, la costruzione di Poirot potrebbe rappresentare un alter ego sul quale proiettare fantasie di grandezza e paure di inadeguatezza e non conformità agli altri.
Quale è il movente nei delitti familiari di Agatha Christie? Innanzitutto l’interesse, il denaro, la vittima è una persona facoltosa la cui morte porterà dei vantaggi ad alcuni della famiglia e non solo, ci sono i domestici, i vicini, che possono aspirare al denaro del morto. Non c’è odio da parte del colpevole, d’altra parte la vittima spesso non merita grande rimpianto. La Christie non giudica, non fa la morale, ma racconta, entra nelle relazioni e nelle loro complessità, ed in ognuna trova ambivalenze, risentimenti e frustrazioni. Hercule Poirot e Miss Marple non sono difensori del bene, ma della verità. È interessante notare che, nei suoi romanzi non c’è scissione tra buono e cattivo e tra vittima e aggressore. Con la psicoanalisi sappiamo che la realtà intrapsichica comprende l’aggressività, la sessualità ed altre fantasie che danno forma al mondo esterno, ma la Christie ha sempre dichiarato la sua diffidenza e la sua contrarietà alla psicoanalisi!?
Altro movente è la vendetta, il delitto si consuma in funzione di un intrigo sconosciuto, fatti antecedenti che rappresentano il primo atto della storia che porterà nel secondo tempo ad un omicidio. Ogni personaggio porta con sé il suo passato e il desiderio di cambiare il corso delle cose. Vi è poi l’assassinio coniugale dove chi uccide non lo fa per amore deluso, ma per sbarazzarsi del partner diventato di intralcio per un nuovo amore. La sofferenza dell’altro non viene mai considerata, nessuna identificazione con la vittima, ma solo il desiderio di riconquistare la propria libertà. Elementi costanti nelle storie sono la ripetitività dei luoghi e del contesto familiare, la relativa drammaticità dell’assassinio che sposta l’attenzione e l’interesse del lettore sul sospetto e su chi è stato. Il dolore e la sofferenza se sono presenti in alcuni personaggi, vengono poi alleggeriti dall’umorismo della Christie. Il trovare il cadavere di uno sconosciuto nella propria biblioteca è per gli abitanti della casa una vera seccatura, che provocherà una invasione della privacy ed allora meglio chiamare Miss Marple e partecipare con lei alla scoperta dell’assassino.
Agatha Christie’s Poirot
Ma se tutti possono avere un movente chi è l’assassino? “La presenza della crudeltà è centrale nell’opera di Agatha Christie, è la molla di tutti i delitti, che si spiegano solo con l’assenza di inibizione dei loro autori, nella misura in cui ognuno, in un dato momento, può avere interesse a sopprimere qualcuno. Mai descritta in termini psicologici, mai esibita con compiacimento, la crudeltà narcisistica è il filo rosso dell’opera” (Sophie de Mijolla).
Crudeltà narcisistica infantile che perdura in soggetti che presentano un forte investimento libidico su di sé e si relazionano con l’altro per sedurlo e farne oggetto di soddisfazione dei propri desideri. L’assassino è decisamente amorale ma capace di farsi amare incondizionatamente anche se mostra la sua crudeltà. Ed è quindi naturale uccidere per appropriarsi di qualcosa che si ritiene necessario e urgente possedere: il denaro o i beni del padre, madre, nonna, zia, moglie e sorella.
Il cinema e la televisione hanno realizzato numerosi adattamenti ispirati ai romanzi della Christie, producendo film e serie televisive di grande successo. Gli adattamenti cinematografici con cast stellari, attori del calibro di Peter Ustinov, Albert Finney, Kenneth Branagh, molti di fattura anglosassone, rispettano le caratteristiche stilistiche dei romanzi, con la grande cura dei luoghi e degli ambienti e soprattutto interpretazioni dei diversi personaggi da quelli principali a quelli secondari estremamente convincenti.
Agatha Christie nel 1958
I film, tratti dalle sue opere, aggiungono all’immaginazione dello spettatore lo sguardo, il cercare di scoprire l’indizio nascosto creando un gioco di caccia alla verità in competizione con gli investigatori: scoprire l’assassino prima di Poirot alla fine del primo tempo. Testimone d’accusa (1957) con la regia di Billy Wilder è considerato il migliore dei film ispirati alla Christie. Non c’è Poirot ma un grande avvocato londinese che conduce le indagini sicuro della sua esperienza e conoscenza della psiche umana, ma cadrà miseramente nel tranello costruito dal testimone d’accusa, mentre l’assassino bello e seduttivo con l’aria da innocente si rivelerà spietato e privo di scrupoli. Da ricordare la serie tv con David Suchet in Agatha Christie’s Poirot (1989).
L’unico assassinio che non è riuscito alla Christie è stato il suo desiderio di liberarsi di Poirot. Scrive nel 1938: “Siamo amici e soci. Finanziariamente gli sono molto grata. D’altra parte, lui mi deve l’esistenza stessa. Nei momenti di irritazione gli faccio notare che mi basterebbe qualche tratto di penna (o qualche battuta di macchina da scrivere) pe distruggerlo completamente. Lui mi risponde pomposo: “È impossibile sbarazzarsi di Hercule Poirot, è troppo intelligente”. E così, come sempre, l’ometto ha l’ultima parola.”
Vedi tutto il numero