Cinema e progresso
L'altro film
“Io abito la Possibilità (…) Come tetto infinito ha la volta del cielo”. E. Dickinson
Scriveva Simone de Beauvoir “Donna non si nasce: si diventa”. Questa rivoluzionaria affermazione, dalle innumerevoli implicazioni, esprime con efficacia la parabola lenta e per lo più inconsapevole, ma sicura e inarrestabile che percorre Delia, la protagonista di questo film colmo di ironia, cinismo e molta poesia che ha realizzato il maggior incasso al botteghino nel 2023. Con una resilienza silenziosa, ma potente che attraversa la sua quotidianità in una famiglia della periferia romana, nell’immediato dopoguerra, Delia diviene simbolo involontario delle migliaia di donne sconosciute che hanno preparato, con le loro vite nascoste, traguardi che hanno cambiato la storia. Il Novecento è stato definito il secolo delle donne, per i cambiamenti radicali avvenuti spesso proprio grazie a loro. C’è ancora domani è un film che nasce, come ha detto la stessa regista Paola Cortellesi, che ne è anche l’attrice protagonista, dall’urgenza di raccontare la condizione di disparità, di umiliazione e di violenza nei rapporti familiari e sociali di cui le donne continuano ad essere oggetto e vittime ancora oggi. Ha scelto di farlo trasferendo lo sguardo dello spettatore nel 1946 con l’incanto di una fotografia in bianco e nero che conferisce atemporalità e distacco alla vicenda, ma che, accompagnandola con una colonna sonora di canzoni di autori contemporanei, riporta continuamente le emozioni e i pensieri di chi guarda all’attualità, alle domande del presente. In questo film, che richiama con maestria il Neorealismo italiano, la regista si destreggia con abilità fra dramma, commedia e musical. Anche le violenze domestiche a partire da quello schiaffo che il marito (Ivano personaggio odioso e fragile interpretato da uno straordinario Valerio Mastrandrea) dà a Delia per dirle fin dal suo risveglio “so’ io che comando”, sono trasfigurate, con leggerezza, in uno stile chapliniano. Come ne Il grande dittatore Chaplin fa danzare la parodia di Hitler con un mappamondo, così Paola Cortellesi trasforma una scena di violenza fisica fra le pareti anguste di quella casa in una danza. Non si lascia attrarre mai dal fascino della violenza esibita, nemmeno nella finzione. Anche i lividi spariscono magicamente mentre incalzano le note struggenti di Nessuno cantata da Mina. La violenza che Delia subisce non è però solo quella fisica, ma permea l’atmosfera di tutte le sue giornate.
È l’aria che respira continuamente nel disprezzo che della madre fa oggetto Valerio davanti ai due figli piccoli, nell’arroganza e nelle volgari pretese del suocero allettato che occupa da solo una stanza mentre il resto della famiglia è ammassato in quel che rimane della piccola casa ad affermazione della sua supremazia e che Delia cura con dedizione. La violenza impregna gli insegnamenti maschilisti di superiorità e prepotenza che questo vecchio giornalmente impartisce al figlio che ne è suo malgrado vittima. La violenza si ripete nel no ostentato e ripetuto di Valerio nei confronti della figlia maggiore che vorrebbe frequentare le scuole medie e nel procurarle, invece, un matrimonio con un giovane benestante del quartiere che, già dai primi incontri con la ragazza riproduce lo stesso cliché di arroganza e potere. Una violenza subdola contenuta nella frase che il riparatore di ombrelli dà a Delia per giustificare la diversa paga che riceve il collega: “lui è omo!”.A questa violenza, nella tristezza e nella pena delle giornate che trascorrono uguali, risponde la profonda e mai perduta dimensione materna di Delia colma di tenerezza e di premura per il futuro dei figli, specie della figlia più grande. Sorprendono la sua capacità di commuoversi e sorridere per le attenzioni di un antico amore, l’ironia e la risata sonora che condivide con l’amica, unica confidente, che lavora al banco del mercato. Oltre ai suoi grandi occhi mesti Delia coltiva la speranza e tutta la sua vita sprigiona un’energia che non si lascia domare. Delia ha il coraggio di superare il recinto violento, umiliante e claustrofobico delle relazioni familiari per compiere piccoli atti di ribellione come quello di trattenere per sé parte del denaro che guadagna per poter far studiare la figlia o tenere nascosta una lettera che le fa sognare un nuovo futuro. A piccoli passi, ma con la determinazione di chi conosce la sofferenza, giorno dopo giorno, Delia si avvia sicura verso quell’atto politico che sarà poter votare per la prima volta per lei e per tutte le donne in Italia.
Per la prima volta, la figlia, che l’ha seguita fino alla scuola, sede del seggio elettorale, la guarda con sorpresa e ammirazione e quello sguardo diviene una consegna e una staffetta. Grandi donne lungo i secoli hanno lottato senza attendere che la condizione fosse matura per realizzare la loro libertà e i loro sogni. Si sono scosse di dosso il peso della Storia con coraggio e realismo per affrancare la condizione femminile e la condizione umana in generale dai condizionamenti biologici, sociali o destinali. Sono state e sono un faro. I loro nomi resteranno scritti nei libri di storia. Ma non di meno sono importanti e determinanti per il cambiamento le moltissime donne anonime come Delia, perché, come scrive Julia Kristeva “L’iniziativa singola è in definitiva quell’energia interiore, minuscola ma estrema, da cui dipende la decostruzione di ogni condizione”. C’è ancora domani suscita una partecipazione intima e coinvolgente fin dal primo momento, muovendo ad una commozione autentica, perché quanto è rappresentato sullo schermo affonda nell’esperienza più viva di ogni donna, di tutte le donne, anche le più inconsapevoli, nessuna esclusa, ancora oggi, in questo nostro 2024. È speranza ed è monito. È incitamento. C’è ancora domani è l’emozionante celebrazione della tenacia, dell’orgoglio, della resistenza delle donne che “abitano la Possibilità” e non smettono di sognare “come tetto infinito la volta del cielo”.
Titolo originale: C’è ancora domani
Paese di produzione: Italia
Anno: 2023
Regia: Paola Cortellesi
Sceneggiatura: F. Andreotti. G. Calenda, P. Cortellesi
Fotografia: Davide Leone
Musiche originali: L. Marchitelli, canzoni di L. Dalla e altri
Cast: P. Cortellesi, V. Mastandrea, E. Fanelli, V. Marchioni, G. Colangeli, R. Maggiora Vergano, M. Marino, M.C. Orti, S. Salvatori M. Baldo, G. Filippini
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