☰  
×
eidos

Cinema e guerra

Nel film

Disco boy

Guerra e identità

Leonardo Albrigo

Mentre il giovane Aleksei cerca di raggiungere la Francia in uno dei tanti confini europei che sbarrano la strada ai migranti – il suo compagno Michail perderà la vita nelle acque livide di un fiume, falciato da una motovedetta della polizia di frontiera. Aleksei emerge dai flutti nella sua nudità, spogliato di ogni cosa, la sua nuda vita è simbolo di una identità perduta. Crolla sulla riva, nascosto dai cespugli, sopravvissuto alla tragedia, il volto attonito segnato dalla costernata disperazione di chi non ha scelta, se non quella di proseguire il viaggio da solo.

Gli sguardi nel vuoto dei superstiti di Cutro, le figure degli innumerevoli naufraghi che in decenni hanno costellato il dramma migratorio, si rispecchiano negli occhi di Aleksei. La finzione filmica vuole ricordare che di queste tragiche perdite sono vergognosamente pieni i nostri mari, così pure i boschi situati ai confini dell’immigrazione nord-orientale. Che piaccia o no la questione migratoria è planetaria: dal genocidio dei Rohingya in Birmania, all’Africa, centro del disordine migratorio globale, fino al confine tra Messico ed USA, per citare solo alcune di queste realtà.

Aleksei fugge dalla Bielorussia, paese che ha lo stesso presidente dal 1994, dove è ancora in vigore la pena di morte. Scappa da un regime totalitario, si prefigge di raggiungere la Francia per arruolarsi nella Legione straniera, sogna un giorno di vivere in libertà. Si appresta a combattere le guerre altrui per ottenere in cinque anni il permesso di soggiorno francese.  

 

 

Rifiuta di essere bielorusso scegliendo una via tortuosa, si assoggetta a una vita mercenaria, per avere in cambio il riconoscimento di un paese ‘cosiddetto democratico’, ma ancora oggi implicato negli affari corrotti dei governi fantoccio africani. Facendo gli interessi delle multinazionali petrolifere in Nigeria. Un esempio di come l’occidente continui sotterraneamente a praticare logiche colonialiste per trarne profitto. Per la Francia la guerra si gioca altrove, si usano a proprio vantaggio individui che rischiano la vita, perché aspirano a conquistare un’identità europea.

L’Africa, continente da secoli saccheggiato e sfruttato, nel film diviene contraltare del potere occidentale, la Nigeria simbolicamente viene scelta da Giacomo Abbruzzese come terra emblematica di un conflitto non risolvibile. Da sempre teatro di corruzione e guerre fratricide, in una manciata di anni diventerà uno degli Stati a più alta densità del pianeta. La necessità di ripristinare un ordine etico potrebbe avverarsi solo attraverso una rivoluzione che rifondi le radici dell’identità africana. Ma i tempi del cambiamento non sono ancora maturi. La fotografia di Disco Boy firmata da Hélène Louvart è stata premiata al 73° Festival di Berlino con l’Orso d’argento, per essere riuscita a rendere l’atmosfera onirica e metafisica di un universo sospeso senza speranza. Su questo tema una testimonianza di quanto accade in Nigeria è l’intenso romanzo autobiografico In cerca di Transwonderland della scrittrice nigeriana Noo Saro-Wiwa, dove viene narrata la lotta condotta dal proprio padre, ucciso per essersi schierato contro le multinazionali del petrolio, che da decenni hanno depredato il territorio e la natura.

Un gruppo di guerriglieri armati difende la natura violata nascondendosi tra le mangrovie nella giungla, il loro capo si chiama Jomo, è una figura in qualche modo complementare ad Aleksei. Entrambi esuli, Jomo espropriato della propria terra per riappropriarsene combatte coraggiosamente l’invasore, Aleksei apatride per scelta, nell’incontro con Jomo e sua sorella Udoka, avvia un processo di consapevolezza, vive una sorta di iniziazione che lo porta a considerare dei valori dimenticati, anche se questo processo accade in una atmosfera indefinita, troppo fuggevole.

A commento della sua opera prima il regista Giacomo Abbruzzese afferma:

“Cuore di tenebra di Conrad è uno dei romanzi che mi hanno segnato di più durante l’adolescenza. Anche Apocalypse Now è uno dei miei film di riferimento. Volevo girare un film di guerra che fosse anche un viaggio interiore. C’è una grande permeabilità tra la scena e il personaggio, i luoghi che attraversa e in cui vive raccontano lo stato d’animo di Aleksei e la sua evoluzione”.

Tuttavia l’incontro tra Jomo e Aleksei si brucia sul nascere, non ha la potenza della relazione che si instaura tra il colonnello Kurtz e il capitano Willard di Apocalypse Now. Non sui contenuti, ovviamente diversi, ma sull’intensità di uno scambio che sarebbe stato l’essenza, la motivazione profonda del film: conferire valore alla propria identità soggettiva e culturale, alla protezione e difesa di questa contro ogni ingiustizia e sopruso nel rispetto dei diritti umani. La morte di Jomo chiude purtroppo ogni possibilità di approfondimento di una tematica che avrebbe potuto avere uno spessore filosofico, storico, etico e politico. Emerge una fragilità nella struttura del film, forse voluta, da un certo punto in poi la trama diventa liquida, sembra reggersi sulle suggestioni della musica elettronica di Vitalic e perdersi, seppure nelle sfumature oniriche di una fotografia magistrale.

Forse l’anima del combattente Jomo si è trasfusa nella psiche di Aleksei? Se questa era l’intenzione peccato veramente che si intraveda appena, peccato che sia sfuggita una occasione preziosa… sta allo spettatore immaginare l’evoluzione di Aleksei, come una trasformazione radicale sul piano etico, e non come il film mostra: il suo desiderio fragile e indistinto che va a evaporarsi tra le spire di suggestioni ipnotiche.

 


Titolo originale: Disco Boy

Paese di produzione: Italia, Francia, Belgio, Polonia

Anno: 2023
Regia: Giacomo Abbruzzese
Fotografia: Hélène Louvart
Musiche: Vitalic
Cast: Franz Rogowski, Morr Ndiaye, Laëtitia Ky, Leon Lucev, Michał Balicki, Matteo Olivetti

 

 

Vedi tutto il numero





La redazione è a disposizione con gli aventi diritto con in quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattezze nelle citazioni delle fonti dei brani o delle foto riprodotti in questa rivista.