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Cinema e Amori

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Dreaming Rome

Il workshop cinema e sogni alla Festa del Cinema di Roma del 2024

Domenico Arturo Nesci, Alberto Angelini, Simonetta Averna, Kristien De Neve, Emma Kovacevic, Andrea Sabbadini, Paolo Vinci

Il workshop cinema e sogni è uno strumento formativo che consiste nel proporre ad un gruppo la visione notturna di un film sul tema e poi, la mattina successiva, nel condividere i sogni della notte, in un Guided Social Dreaming (Nesci, 2023) dando così origine ad una catena associativa che consente di esplorare i vissuti inconsci dei partecipanti non da un punto di vista individuale e personale ma collettivo e professionale. Nel 2024 l’evento si è svolto online, in italiano, ed in presenza, in inglese, presso The American University of Rome, sul Gianicolo. Il film scelto era un cult movie: Vacanze romane (William Wyler, 1953). Senza risentire minimamente della sua età, l’opera ha emozionato sia il pubblico degli operatori sanitari, che tradizionalmente partecipano ogni anno al workshop cinema e sogni in italiano, sia gli allievi dell’università americana, che non avevano mai vissuto un’esperienza simile.

 

 

Il film, come rivelato dall’introduzione di Andrea Sabbadini, il noto psicoanalista italiano residente a Londra, ideatore dell’European Psychoanalytic Film Festival, è interpretabile come la vicenda di un “passaggio” esistenziale importante, quello dall’adolescenza all’età adulta. In questa prospettiva è una sorta di romanzo di formazione (il Bildungsroman della Letteratura tedesca) in cui i protagonisti sono dei giovani ed i temi sono quelli del viaggio, della conquista di un’identità e di un ruolo nella società, delle prime esperienze sentimentali. In Roman Holiday assistiamo infatti all’impressionante cambiamento di una Audrey Hepburn (allora debuttante) che da ragazzina capricciosa, stufa di fare la parte della principessa da esibire in cerimonie diplomatiche e feste aristocratiche, scappa di notte, dal palazzo romano in cui è ospitata, e viene a trovarsi in circostanze fortunose nell’appartamentino da scapolo di un giornalista americano squattrinato (Gregory Peck) in Via Margutta. Si trova così a vivere un giorno di libertà in cui assaporare l’anima della città di Roma, mescolandosi in mezzo alla gente, protetta dal giornalista che, avendola riconosciuta, cerca di procurarsi un facile scoop, anche con l’aiuto di un amico paparazzo che li fotografa senza che la principessa se ne accorga. Attraverso le piccole avventure della sua vacanza romana la principessa apre gli occhi sul mondo in un modo più autentico, prova e suscita sentimenti, vive una delicata storia d’amore a cui però rinuncia nel momento in cui capisce che la sua scelta di vita è per l’accettazione della sua identità, delle sue origini, dell’assunzione del suo ruolo in un modo adulto, non più come un automa telecomandato dai riti del cerimoniale. Alla fine del film, il giornalista ed il fotografo regaleranno alla principessa le foto dell’intervista, che il giornalista non scriverà mai, mantenendo il segreto sulla “vacanza romana” della giovane donna. Tutti i protagonisti ritroveranno il senso della propria vita riconoscendo il primato degli affetti ed assumendo una identità più responsabile.

Sia nell’aula virtuale italiana che in quella reale dell’università americana, in cui si sono svolti i workshops, uno in italiano ed uno in inglese, i sogni dei due gruppi di partecipanti (gli operatori sanitari italiani e gli studenti internazionali di AUR) hanno rievocato “passaggi” di ogni tipo: dai sentieri di montagna che ponevano il dubbio su quale scegliere, ai voli in aereo verso una destinazione sconosciuta, dai labirinti di strade, curve e tornanti, con il rischio di perdersi, al trovarsi in ambienti di ogni genere, persino dentro una misteriosa scatola da cui usciva solo la testa...

Per riprendere le parole di una studentessa universitaria di AUR: “è stato stimolante rendersi conto di come motivi comuni, come l’identità, la responsabilità, la transizione e la crescita, siano apparsi nel nostro gruppo. I parallelismi tra il girovagare della principessa in Vacanze Romane e la nostra esplorazione collettiva dei temi inconsci presenti nei nostri sogni sembrava aprire una finestra sulle correnti sotterranee della transizione all'età adulta e sulle scelte che tutti affrontiamo quando assumiamo nuovi ruoli nella vita. La condivisione e l’elaborazione dei sogni mi ha fatto pensare a quanto il nostro inconscio assorbe ed elabora ogni esperienza, anche quando non ce ne rendiamo conto. È stato per me affascinante vedere come un film potesse piantare dei semi nelle nostre menti… semi che sono sbocciati poi in paesaggi onirici così diversi, ma connessi.”

La possibilità di estendere il workshop cinema e sogni a partecipanti di diverse origini e culture potrebbe quindi arricchirne l’esperienza, che ripeteremo in una duplice edizione anche nel prossimo anno, grazie alla partnership in atto tra AUR e la Scuola Internazionale di Psicoterapia nel Setting Istituzionale.

 

 

 

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