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La cura psicoanalitica

In un intreccio interdisciplinare tra fisica quantistica, filosofia e neuroscienze.

Benedetto Genovesi / Recensione di Samantha van Wel

   

“Quando due anime che si sono cercate tanto a lungo nella folla, si sono finalmente trovate, quando si sono accorte di essere ben sortite, in sintonia e compatibili, allora si stabilisce per sempre, tra di loro, un’unione ardente e pura come esse sono, un’unione che comincia sulla terra e continua per sempre in cielo. Questa unione è amore, vero amore.”

Victor Hugo

 

Questo libro parla di cura e di amore. Amare è prendersi cura.

Non ci può essere cura senza amore e non ci può essere amore senza relazione. L’amore è l’essenza della relazione e la relazione è l’essenza dell’esistenza. Questo è il cuore a cui ci porta Genovesi, navigando con lui, nel mare vasto e affascinante della cura del profondo. L’autore mette insieme, in maniera interessante, affascinante, mai banale, i diversi saperi quali psicoanalisi, neuroscienze, fisica quantistica e filosofia, in una danza armonica, poetica e sensuale di parole e associazioni. Lo fa rendendo semplice il complesso, denotando così grande amore, passione e competenza per l’universo psichico. Genovesi ci dice, rifacendosi alla fisica quantistica, che un elettrone si manifesta solo quando è in interazione con qualcos’altro. Così, l’esistenza (da ex sistere) significa ricevere la possibilità di essere da qualcuno di esterno a sé. E’ attraverso la relazione e il nutrimento d’amore che noi possiamo esistere perché è dalla relazione che veniamo generati. Le esperienze che viviamo dal concepimento in poi, ci lasciano traccia nel corpo, nella nostra memoria implicita, nell’inconscio non rimosso e hanno influenza sul nostro modo di stare nel mondo e nelle relazioni. A Genovesi piace procedere in maniera libera, creativa, ci conduce in un’esperienza sensoriale e incarnata attraverso numerosi e affascinanti stimoli, apre la visione e lo sguardo dal mare fino alle stelle. Lo fa in un modo tutto suo, profondo e leggero allo stesso tempo, colto e vivace, fluido e vulcanico, romantico e rigoroso, proprio come è lui. Durante la lettura, possiamo percepire e sentir risuonare nelle nostre cellule la potenza e la magia della terra, da cui provengono le sue parole, gli elementi della natura, il mare, la luna, le stelle e i vulcani. Tutto è interconnesso, non c’è separazione, nemmeno tra la terra e il cielo. Tutto è collegato, quindi, nella cura dell’anima. C’è un legame intenso tra corpo, mente, sensorialità e affettività. Questa forza dell’interconnessione ci permette di affermare l’importanza dei legami. Tutto è in relazione, la ferita nasce nella relazione ed è attraverso di essa che la ferita va curata. Nel lavoro di cura, l’analista riporta l’analizzando a rinascere a sé, attraverso l’unicità e la forza del legame della relazione, del tempo e dello spazio intimo del campo analitico, contenitore che si sviluppa nel suo continuo divenire. “Nel campo analitico siamo entrambi immersi insieme ed è possibile qualsiasi movimento e cambiamento.” (p. 53). Sono due mondi di esperienza che vibrano all'unisono. Come in un rapporto d’amore. L’amore è l’unica cosa che riusciamo a percepire che trascenda le dimensioni spazio-temporali. La potenza e l’unicità del legame d’amore lo possiamo sentire bene quando siamo con la persona amata, ci dice Genovesi. “E’ come se ci fosse un incastro magico. Certe cose le sentiamo solo io e te. Certe emozioni possono essere vissute solo dagli amanti che stanno dentro questo ingranaggio misterioso.” (p. 19). E’ l’amore che ci fa emozionare, è fonte inesauribile di sensazioni ed emozioni che determinano la percezione delle cose che accadono e alterano le coordinate temporo-spaziali. Quando siamo nell’amore vero possiamo sentire che il mondo insieme a chi amiamo è migliore e acquisisce un senso nuovo e più ricco, in cui esiste reciprocità e dove si crea uno spazio intimo, un noi. Se nella relazione affettiva primaria riceviamo amore, possiamo crescere nell’amore e dall’amore nasce ancora amore. Vedere ed essere visti sono aspetti fondamentali per la nascita e la crescita del Sé e vengono regolati dai neuroni specchio che sono neuroni motori che permettono di sentire, con empatia, i sentimenti altrui. Qui si racchiude il senso profondo del processo della sintonizzazione alla base dell’amore e mi piace citare le testuali parole di Genovesi, che “per mezzo della simulazione incarnata, possiamo mappare le sensazioni altrui, riutilizzando le nostre rappresentazioni motorie, viscero-motorie e somato-sensoriali. Così si sviluppa l’empatia. Infatti, il rispecchiamento motorio delle azioni è interconnesso con il rispecchiamento nelle emozioni e nelle sensazioni. La sintonizzazione affettiva si sviluppa profondamente, a livello della memoria implicita e dell’inconscio non rimosso. Quindi, consente una comunicazione preverbale da inconscio a inconscio, in profondità, nei fondali marini ”. (p.66). Perciò il Sè è incarnato nel corpo e ha una valenza affettiva. Anche la relazione di cura tra analista e analizzando è una relazione affettiva. Essere tenuti a mente da qualcuno, in particolare dall’analista, ci permette di metterci in contatto con noi stessi. In questo modo, il paziente, ha la possibilità di pensare a ciò che prima era impensabile, di rappresentare ciò che prima era irrappresentabile e dare senso a ciò che prima non poteva essere integrato. Sebbene il passato non si possa cancellare né cambiare, l’autore ci lancia un capovolgimento di visione per cui il passato è aperto a reinterpretazioni, mentre il futuro può avere ancora sviluppi imprevedibili e favorevoli. La cura psicoanalitica richiede un suo tempo, pazienza e amore, per poter andare in profondità, rielaborare e reintegrare i vissuti, per trovare un riequilibrio fisiologico e affettivo nel presente. C’è sempre una possibilità di trasformazione e di una nuova nascita.

 

 

 

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