Cinema e Amori
Cult
Negli anni sessanta La frusta e il corpo, di Mario Bava alias John M. Old, veniva proiettato nelle sale cinematografiche come film vietato ai minori di 18 anni e, dopo alcuni tagli di scene ritenute peccaminose, la visione del film veniva vietata ai soli minori di 14 anni. I contenuti, ritenuti all’epoca offensivi del comune senso del pudore spinsero la Questura di Roma a disporre il sequestro del film per un breve periodo. Nel 2014 La frusta e il corpo, nella versione restaurata dal Centro Sperimentale di Cinematografia, venne presentato al IX Festival Internazionale del Film ottenendo finalmente il riconoscimento del grande pubblico. Dopo questa premessa, buio in sala e che il film abbia inizio: L’ambientazione si svolge dentro un vecchio castello come metafora onirica dell’inconscio, animato da oscure presenze e da fantasmi inquietanti, finestre spalancate dal vento e passaggi segreti dai quali riemergono i pensieri più indicibili. Una trama sospesa in una dimensione atemporale con una colonna sonora caratterizzata da musiche onomatopeiche capaci di accarezzare, distendere e rallentare il tempo, oltre che a punteggiare le pulsioni distruttive, facendo risuonare nell’inconscio collettivo degli spettatori, le melodie dello spavento, della paura e dell’angoscia. La frusta e il corpo è una storia d’amore tormentato fra il sadico barone Kurt Menliff e sua cognata Nevenka, nonché moglie di Cristiano, fratello minore di Kurt. Un amore intriso di sensi di colpa che ha come meta la morte. Una storia d’amore morboso che si erige attorno alle dinamiche del masochismo originario in stretta relazione con la morte. La frusta, strumento di supplizio, scandisce, nel corpo bianco e peccaminoso della bella Nevenka, il tempo del godimento e del piacere nel dolore. Un corpo che nel masochismo dermico diventa palcoscenico ideale della sofferenza e del sacrificio mischiati all’eccitazione sessuale per tutto ciò che incute terrore e desiderio di essere imbavagliati, legati, dolorosamente percossi, frustati, maltrattati e costretti a un’obbedienza assoluta e umiliati. Un masochismo dermico che concentra in Nevenka una combinazione di analità e paura di essere abbandonata. Kurt, figlio prodigo, arriva all’improvviso da un passaggio segreto spaventando l’anziano padre, per rivendicare il diritto sull’eredità “sono io padre, una volta non vi spaventavate vedendomi arrivare di là per darvi la buona notte, non ricordate che foste proprio voi a mostrami quel passaggio” ma il padre, il conte Menliff, ormai ammalato lo scomunicherà cacciandolo fuori dalla stanza. Il fratello Cristiano, turbato dalla presenza di Kurt (il terrificante interno) e dalla reazione del padre, cercherà conforto nella sua amata di sempre, la cugina Katia che rimane passivamente nel castello con la speranza che un giorno possa diventare lei la vera sposa di Cristiano. La tragedia familiare si svolge sotto lo sguardo della servitù, che nel film diventa la giuria popolare e morale di quella morbosa famiglia di padroni.
La governante di casa vive ormai da tempo avvolta nel dolore per la tragica morte della figlia, all’epoca amante casta che il barone Kurt aveva ingannato con le lusinghe del suo amore. Una morte a cui la giustizia non era stata capace di donarle pace. Nevenka, con l’arrivo nel castello di Kurt, rivive la passione di quell’amore che le vicissitudini della vita avevano interrotto promettendola come sposa a Cristiano, figlio obbediente del conte Menliff. Kurt non tarderà a esercitare su Nevenka tutto il suo fascino “ti faccio paura? Eppure una volta ti piaceva!” riprendendosi l’amore con forza e violenza. Nevenka si sentirà di nuovo amata, sopportando con dolorosa eccitazione quelle frustate sulla schiena che il suo amato Kurt le infierirà. Ma l’amore ripercorrerà ancora la strada che conduce alla morte e così, il sadico Kurt morirà a causa di una misteriosa pugnalata, stessa modalità con cui in passato era morta la sua giovane amante, la figlia della governante. “Beato colui la cui trasgressione è rimessa” predicherà il prete al funerale mentre i sospetti si insinueranno negli sguardi dei congiunti. Il servitore Losat ricercherà nei cunicoli sotterranei del castello le verità di quelle morti, buttando il sospetto nei membri della nobile famiglia. Ma la morte non riuscirà a domare la passione di Nevenka e dalle gattaiole dei sogni e dei deliri, il sadico Kurt farà ancora irruzione nella mente di lei “sono tornato per te Nevenka e per vendicarmi di quelli che mi odiano, stanno aprendo la mia bara, tu mi ami Nevenka e verrai via con me, solo con me sarai felice”, “perché vuoi distruggermi?” domanda Nevenka, “perché chi mi odia dovrà patire le stesse pene e nel deserto del suo cuore soffrire in eterno”, “io non ti amo, ti odio” lo supplica Nevenka in lacrime. Una storia d’amore perturbante che contagia tutta la famiglia Menliff con la morte, con i cadaveri e con il ritorno dei morti, con spiriti e spettri. Andrà tutto in fiamme ma nessun padre vedrà Nevenka che brucia.
Titolo originale: La frusta e il corpo.
Paese di produzione: Italia
Anno: 1963
Regia: John M. Old (Mario Bava)
Sceneggiatura: Julian Berry (Ernesto Gastaldi), Robert Hugo (Ugo Guerra), Martin Hardy (Luciano Martino).
Fotografia: David Hamilton (Ubaldo Terzano)
Musiche: Jim Murphy (Carlo Rustichelli)
Cast: Daliah Lavi, Christopher Lee, Tony Kendall, Isli Oberon, Harriet White, Dean Ardow, Alan Collins, Jacques Herlin.
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