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Cinema e guerra

Cult

La grande guerra

Come il grande cinema racconta la Storia

Pia De Silvestris

La grande guerra è una commedia drammatica del 1959 diretta da Mario Monicelli, interpretata da Alberto Sordi e Vittorio Gassman. È considerato uno dei migliori film italiani sulla guerra e uno dei capolavori della storia del cinema. Vincitore del Leone D’Oro al festival del Cinema di Venezia ex aequo con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini, è stato successivamente inserito nella lista dei cento film italiani da salvare.

La presenza di Vittorio Gassman e di Alberto Sordi crea un felice connubio di tragedia e di commedia, l’opera diventa un affresco ironico, corale e struggente della vita di trincea in cui antieroi umani e impreparati subiscono una catastrofe che li stravolge. Il film denuncia l’assurdità e la violenza del conflitto, le condizioni di vita miserevoli della gente e dei nostri soldati, ma anche i forti legami d’amicizia nati nonostante le differenze di estrazione culturale e geografica. La convivenza obbligata dei vari regionalismi e provincialismi dei militari, mai venuti a contatto in modo così prolungato attraverso i diversi dialetti, contribuì a formare in parte uno spirito nazionale fino ad allora inesistente, in forte contrasto con i comandi e le istituzioni, percepite come le principali responsabili di quel massacro, che venne sempre tenuto nascosto.

 

 

La commedia all’italiana nasconde in parte la tragedia storica ma si permette anche di far conoscere un conflitto intoccabile, di raccontare gli errori della tanto decantata Prima Guerra Mondiale. Scegliendo due protagonisti eccellenti come Sordi e Gassman, il primo nei panni di un romano indolente e pauroso, il secondo di un milanese ignorante e “avanzo di galera”, Monicelli con un sorriso amaro crea una tragicommedia straordinaria, un gioiello che fa ridere e piangere tutti. Questa pellicola dissacrante su un tema fino a quel momento inavvicinabile, demolisce la retorica nazionalista e fa luce sulla tragedia della grande guerra.

Il film di Monicelli rappresenta la ricerca del vero, la distruzione dell’epica a favore di un maggiore realismo e sembra avvicinarsi al cinema neorealista. D’altronde anche la commedia all’italiana, come il neorealismo, nasce nella strada dalla voglia di raccontare la realtà, la miseria e la sofferenza di un popolo.

Nelle interviste rilasciate a Mondadori e raccolte nel volume “La Commedia Umana” Monicelli racconta: “Ci mettemmo al lavoro per dare un’immagine diversa della Grande Guerra: un’immagine finalmente vera. Volevamo smitizzarla per rappresentarla dalla parte dei poveracci che si trovavano in una situazione in cui non capivano niente: per il settanta per cento analfabeti, l’unica loro preoccupazione era di riportare in qualche modo a casa la pelle”.

 


Titolo originale: La grande guerra

Anno: 1959
Regia: Mario Monicelli
Fotografia: Leonida Barboni, Roberto Gerardi, Giuseppe Rotunno, Giuseppe Serrandi
Cast: Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Silvana Mangano, Romolo Valli, Folco Lulli, Bernard Blier, Vittorio Sanipoli, Nicola Arigliano, Geronimo, Mario Valdemarin

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