Cinema e donne
Il personaggio
Partiamo da un documentario, quello dedicato proprio a lei. Be Natural: The Untold Story of Alice Guy-Blaché. Guardarlo è stata una rivelazione per chi, come me, appassionata di cinema, ha sempre seguito anche il percorso artistico declinato al femminile. Presentato a Cannes nel 2018, il documentario è stato applaudito ed ha affascinato la platea grazie non solo al suo stile narrativo, ma anche grazie alla storia stessa, scelta dalla regista Pamela Green.
Be Natural, è la frase che la stessa Alice aveva fatto affiggere nei suoi studi: attori e attrici dovevano essere naturali. In anni in cui tutti dovevano essere in posa.
La regista si è cimentata in questa storia coinvolgente, ancor più visto il ruolo delle donne nel fine 800, inizi 900. Le prime immagini, di repertorio, sono rivolte a una ormai anziana bella signora, che, con fare deciso e volitivo, si racconta all’intervistatore. Dopo la sigla di apertura, la storia comincia con l’invenzione del cinematografo, nel 1895, grazie ai fratelli Lumiere. È Jodie Foster a fare la voce fuori campo, e a raccontare questo percorso di vita straordinario.
Alice Guy-Blaché nacque il 1º luglio 1873 a Saint-Mandé, una città vicino a Parigi, in Francia. Era la figlia di Emile Guy, un proprietario di libreria, e Marie Clotilde Franceline Guy. Alice crebbe in un ambiente borghese e ricevette un'istruzione formale. Crebbe poi in Svizzera con la nonna ma emigrò successivamente in Cile.
Nel 1894, Alice iniziò a lavorare come segretaria di Léon Gaumont, a Parigi, tra i primi a fondare uno studio cinematografico. Fu qui che ebbe il suo primo contatto con il mondo del cinema e iniziò la sua straordinaria carriera nel settore.
Nel dicembre 1895, dopo aver assistito alla proiezione del film La sortie de l’usine dei fratelli Lumière, qualcosa si illuminò dentro di lei. Il film dei Lumière voleva dimostrare che la loro invenzione sapeva riprodurre il movimento, ma lei desiderava di più. Voleva raccontare una storia. Nel primo film in assoluto, i Lumière si erano “limitati” a mostrare un treno che entrava in una stazione. Solo un anno dopo, Alice Guy-Blaché, raccontava invece un breve e originale storia. Nel 1896, Alice Guy diresse il suo primo film, La Fée aux Choux (La Fata dei Cavoli), che è considerato uno dei primi film narrativi della storia del cinema.
Nel 1907, Alice Guy sposò Herbert Blaché, un altro pioniere del cinema. La coppia ebbe due figlie, Simone e Regine. Lavorarono spesso insieme nel settore cinematografico, con Herbert che svolgeva il ruolo di produttore e Alice che dirigeva i film.
Nel corso della sua carriera, Alice Guy-Blaché si trasferì negli Stati Uniti e fondò la sua casa di produzione cinematografica, la Solax Studios, a Fort Lee, New Jersey, nel 1910. Qui continuò a dirigere numerosi film di successo, contribuendo all'evoluzione del cinema narrativo.
Purtroppo, molti dei film di Alice Guy-Blaché sono andati perduti nel corso degli anni. Sappiamo che ha scritto, prodotto e diretto più di mille film. Tuttavia, alcuni dei suoi lavori sono stati conservati e sono stati oggetto di restauro e preservazione. Alcuni dei film che sono stati conservati includono:
La fée aux choux (1896). Uno dei primi film di Guy-Blaché, spesso considerato il primo film narrativo della storia del cinema.
La Vie du Christ (1906). Un ambizioso film sulla vita di Cristo, prodotto da Guy-Blaché durante il suo periodo alla Gaumont.
Les résultats du féminisme (1906). Un cortometraggio comico che esplora il tema del femminismo.
Falling Leaves (1912). Uno dei film diretti da Guy-Blaché durante il suo periodo negli Stati Uniti.
Nonostante il suo enorme contributo all'industria cinematografica, la carriera di Alice Guy-Blaché subì un declino alla fine degli anni '20, e molte delle sue opere furono dimenticate. Tuttavia, il suo lavoro è stato rivalutato dagli storici del cinema e dagli studiosi del femminismo negli anni successivi, e oggi è riconosciuta come una delle figure più importanti nella storia del cinema, non solo per il suo talento artistico, ma anche per il suo ruolo pionieristico come una delle prime registe donne.
Anche se non è stata necessariamente una leader del movimento femminista, il suo lavoro e la sua presenza nel campo cinematografico hanno contribuito al progresso della causa femminile e alla lotta per l'uguaglianza di genere.
La sua storia è sempre raccontata come fosse un giallo con indizi da ricostruire, per l’opera di rimozione che della sua storia è stato fatto. Forse proprio perché donna. Il ruolo delle donne, infatti, nel cinema è stato spesso minimizzato o ignorato nella narrazione tradizionale della storia della settima arte.
A volte le storie vere superano di gran lunga, per fantasia, quelle di finzioni fiabesche. Il percorso di vita e artistico della prima donna regista è di per sé un bellissimo film, uno straordinario esempio della passione al servizio della creatività.
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