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Psicoanalisi e mondo infantile

Gianluca Valle

Adelia Lucattini, Psicoanalisi e bambini. Vademecum per i genitori

interviste di Marialuisa Roscino, pref. di D. Palma, introd. di M.G. Pappa, Carena editore, Napoli 2024.

 

L’ultimo libro di Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista con una lunga esperienza clinica acquisita a fianco di bambini e adolescenti, è un prezioso strumento di riflessione e di approfondimento per tutti coloro che, per ragioni professionali e di studio o anche solo perché genitori, avvertono l’esigenza di comprendere meglio il funzionamento della mente infantile e la qualità delle loro interazioni con i più piccoli.

Si tratta di una raccolta di interviste, doviziosamente curate dalla giornalista scientifica Marialuisa Roscino, suddivisa in quattro sezioni (Dalla gravidanza alla nascita; Crescere giocando; Quando il bambino è in difficoltà; I benefici della psicoanalisi per bambini e genitori), ognuna delle quali risulta ritmata da un arioso scambio di domande e di risposte. Attraversando gli snodi cruciali dello sviluppo del bambino, Lucattini prende il lettore per mano, introducendolo ai capisaldi della sapienza psicoanalitica e mettendo in luce – in modo mai gravoso e sempre puntuale – l’efficacia a un tempo diagnostica e terapeutica delle teorie di Sigmund Freud e di Donald Winnicott, di John Bowlby e di Bruno Bettelheim.

Affrontando con garbo e competenza i temi del bonding neonatale e dell’autismo, del baby blues e delle insidie del digitale, della pregnanza evolutiva del gioco e delle fiabe, nonché delle varie modalità di intervento in presenza di disagi emotivi o difficoltà di apprendimento, l’Autrice intesse felicemente il piano delle concettualizzazioni psicoanalitiche con esempi e suggerimenti pratici, assai validi per genitori e operatori della scuola.

Tra i molti argomenti trattati, abbiamo trovato particolarmente coinvolgente quello dell’audiation, e cioè della capacità dei bambini di “pensare musicalmente”, già durante la gravidanza, stimolati dalle voci dei genitori o dalle melodie che li raggiungono nel liquido amniotico. Così come le pagine consacrate alla descrizione di un buon attaccamento, favorito dalla naturale propensione della madre a tenere il nuovo nato “nella propria mente” oltreché dal bisogno di rispecchiamento dell’infans, come sottolinea Winnicott. Non mancano fini osservazioni sul ruolo dei papà e sul sovraccarico emotivo sofferto dalla coppia neo-genitoriale per gli ingenti cambiamenti occorsi nell’assetto familiare; sull’importanza del giocare assieme, come attività che favorisce il contatto con se stessi e col mondo, e dei giochi in quanto “oggetti transizionali” e “oggetti-Sé”, sui quali i bimbi proiettano “parti buone” e “cattive” (proprie o altrui), accedendo così ad una maggiore coesione psichica.

Ricche di sensibilità analitica le pagine sulle risonanze psichiche, consce e inconsce, attivate dalle fiabe nella mente del bambino che – grazie anche alla lettura affabile e reiterata dei genitori – viene incentivato a lavorare sui propri conflitti interiori, trovando soluzioni, acquisendo  un senso morale, ravvivando l’immaginazione e il pensiero critico: già Bettelheim, ricorda tempestivamente l’Autrice, aveva dimostrato come le fiabe aiutino i bambini a gestire l’ansia che avvertono in loro, senza sapere ancora spiegarne le cause. Lucattini invita, inoltre, genitori e docenti a esplorare con attenzione i risvolti psichici del disegno infantile, ovvero della specifica attività grafo-motoria con cui i bambini esprimono il loro mondo interno, prima che il linguaggio e la comunicazione verbale si siano consolidati in loro.

Decisamente proficue, infine, le messe a fuoco sul disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), sui disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), sul disturbo della fluenza verbale (balbuzie): si tratta di fenomeni assai comuni nelle nostre case e nelle aule scolastiche, di cui si conoscono ancora troppo poco l’eziologia e i contorni diagnostici, peraltro essenziali per mettere in campo interventi precoci efficaci, con ricadute positive sulla vita del bambino e delle famiglie.

La cospicua carrellata di stumenti teorici e di esempi (anche clinici) offerta dall’Autrice, coadiuvata dalle calzanti domande dell’intervistatrice, si conclude con un vademecum sui benefici che il trattamento psicoanalitico – oggi assai più variegato di quanto si possa immaginare – può fornire a genitori, studenti e operatori della scuola. La peculiarità comune a tutte le forme di aiuto (dall’analisi vera e propria alla psicoterapia psicoanalitica, dal mental coaching psicodinamico al counseling di orientamento psicoanalitico), opportunamente calibrate a seconda di singoli casi, consiste nell’imparare ad utilizzare “la funzione autoriflessiva per regolare le emozioni e organizzare i pensieri”, portando gradualmente i pazienti all’insight, e cioè alla “presa di coscienza profonda sia consapevole che inconscia”, da cui chiunque può trarre un beneficio terapeutico e trasformativo.

Psicoanalisi e bambini – è forse questo il suo merito maggiore – si presta ad essere compulsato avidamente (da non trascurare la bibliografia ragionata posta in fondo al volume, per i palati più esigenti), ma anche ad una lettura più selettiva e cursoria, che proceda per aree di interesse. Il risultato sarà lo stesso, giacché ogni lettore – dal più avvertito al semplice curioso – avrà riscoperto una grande verità, e cioè quanto sia importante “ricordarsi di essere stato bambino prima di essere diventato adulto” (Antoine de Saint-Exupéry). Come sottolinea a più riprese l’Autrice, infatti, facendo eco a Il piccolo principe, i figli nascono – ancor prima della loro venuta al mondo – nella mente dei loro genitori ed è a partire da che devono essere sempre nutriti e protetti.

 

 

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